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Written by APE Genova

Diverse testate 24/02/2021: ulteriore blocco degli sfratti, esproprio e beffa per i proprietari

Diverse testate riportano come continuino ad arrivare ogni giorno – a Confedilizia, ma anche a deputati e senatori – le richieste di aiuto dai proprietari che subiscono da un anno la requisizione di fatto del loro immobile attraverso il blocco degli sfratti.
Storie che, come spiega Vincenzo Nasini presidente di Ape Confedilizia Genova e vice presidente nazionale, riguardano anche la città e la provincia di Genova.

Qui potete leggere gli articoli completi usciti ieri:

Presidente Associazione APE Nasini
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GENOVA: per il blocco degli sfratti in tanti sul lastrico

ANCHE A GENOVA TANTE STORIE DI VITTIME DEL BLOCCO DEGLI SFRATTI. APPELLO AL GOVERNO PER TOGLIERE IL BLOCCO. AUMENTANO DEL 63% LE CASE CHE VANNO ALL’ASTA

Continuano ad arrivare ogni giorno – a Confedilizia, ma anche a deputati e senatori – le richieste di aiuto dai proprietari che subiscono da un anno la requisizione di fatto del loro immobile attraverso il blocco degli sfratti. Una misura che – attraverso ripetute proroghe – ha annullato i provvedimenti con i quali i giudici avevano ordinato di restituire ai proprietari i loro beni, spesso dopo anni di mancati pagamenti, contenziosi e occupazioni abusive. Situazioni spesso insostenibili, che la maggiore associazione della proprietà privata ha raccolto e messo a disposizione di tutti. Storie che, come spiega Vincenzo Nasini presidente di Ape Confedilizia Genova e vice presidente nazionale:

«Riguardano anche la città e la provincia di Genova. Il Parlamento deve correggere la misura che impone il blocco degli sfratti. E’ il momento di dimostrare che non siamo in presenza di una riedizione del Gattopardo: cambiare tutto (o quasi…) perché resti tutto come prima. Fino ad ora questa è purtroppo l’impressione e il problema irrisolto del perdurante blocco degli sfratti senza ristori per i proprietari lo dimostra».

Nasini ricorda un dato appena pubblicato:

«Drammatico specchio della crisi della proprietà: aumento del 63% degli immobili che finiscono all’asta».

Nella piccola selezione resa pubblica (la potete scaricare cliccando QUI) si fa riferimento a casi di famiglie messe in ginocchio da un intervento che le ha private del frutto del loro risparmio ed eliminato una fondamentale fonte di reddito, in molti casi pure in presenza di rate di mutuo da pagare e spesso con la beffa di dover sostenere le spese condominiali a carico degli inquilini morosi. Il tutto, senza alcun risarcimento da parte dello Stato; anzi, persino con l’obbligo di versare l’Imu. La strada da seguire – Confedilizia lo ha detto molte volte – è un’altra. Per gli affitti in corso, servono interventi di sostegno per pagare i canoni. Per quelli oggetto di sentenze, occorre individuare le situazioni di difficoltà, sulle quali agire con misure di aiuto a carico dello Stato. Il Parlamento si è reso conto di tutto ciò. In Commissione Finanze, alla Camera, la precedente maggioranza si è espressa chiaramente per limitare il blocco, che il decreto-legge Milleproroghe ha esteso fino al 30 giugno, così portandolo a quasi un anno e mezzo. Su questa partita si gioca la credibilità del nuovo Governo e della nuova maggioranza. E il dibattito in corso avrà avuto un senso se – entro pochi giorni, non settimane – sarà varato un provvedimento che faccia quanto richiesto dal Parlamento: anticipazione della fine del blocco, di almeno tre mesi, per le morosità pre Covid (come previsto dall’accordo di maggioranza di venerdì, ritirato sabato su richiesta del Governo);  cancellazione dell’Imu 2021 per tutti i proprietari interessati; erogazione di indennizzi adeguati per gli stessi proprietari. Si tratta, beninteso, di misure minime che si limiterebbero ad attenuare, non certo a cancellare, gli enormi danni causati dal blocco degli sfratti a tante famiglie di piccoli risparmiatori. Se non si farà neppure questo, i proprietari e gli stessi inquilini saranno ulteriormente mortificati, ma Governo e maggioranza perderanno la faccia.

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Salutiamo il professore Gianni Marongiu

L’Associazione della Proprietà Edilizia/Confedilizia di Genova, il suo Presidente, i componenti del Consiglio Direttivo, Consulenti e Personale esprimono il proprio dolore e la propria commozione per la scomparsa del professore

Gianni Marongiu

docente di diritto tributario autore di numerosi volumi in materia tributaria e membro del Consiglio Direttivo della ns. Associazione.

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Seconde case, Ape Confedilizia Genova: il Covid ha massacrato i proprietari, serve sblocco sfratti

Anche Ape Confedilizia Genova, con il presidente Vincenzo Nasini che è anche vicepresidente nazionale dell’associazione, interviene con durezza sulle ultime scelte fatte dal governo in tema di seconda casa.

“Si parte dal presupposto sbagliato e ideologico che chi ha una seconda casa sia una persona abbiente e che vada dunque tartassato – dice Nasini – le cose stanno in maniera ben diversa. Spesso chi ha una proprietà non è affatto ricco, ma ha investito i risparmi di una vita. Ha acquistato pensando al futuro dei propri figli o integra il proprio reddito magari pagando un mutuo per l’immobile. Il Covid ha massacrato questa larga fascia di proprietari, che spesso affittavano a inquilini diventati morosi causa Covid o universitari che oggi stanno a casa propria in didattica a distanza. Proprio a Genova e anche nel Tigullio la nostra associazione aveva stipulato qualche mese prima della pandemia una proficua convenzione con Università di Genova per i contratti per studenti universitari e potenziato tutti i servizi per i contratti concordati. Ebbene questa scelta lungimirante ha dovuto affrontare subiti due nemici implacabili come il Covid e una politica governativa hanno vanificato ogni sforzo. Il primo ha messo i proprietari in ginocchio la seconda ha dato il colpo di grazia. Abbiamo toccato il fondo ma temiamo che non ci sia limite al peggio. Chiediamo ai proprietari di levare la propria civile protesta e di aiutare Ape Confedilizia a difenderli”.

A fronte di una situazione resa ancora più drammatica dal blocco degli sfratti, si aggiunge il fatto che le tasse sulle seconde case e le eventuali rate del mutuo sono rimaste invariate. Non solo Imu, Tasi e Tari: anche le imposte sulla locazione restano invariate e ancorate al vecchio canone se il contratto non è stato formalmente modificato anche all’Agenzia delle Entrate.

Nasini si associa alla richiesta del presidente nazionale Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa richiedendo la rimozione degli sfratti e la rimodulazione delle tasse sulle seconde case. Gli sfratti non andrebbero applicati con un sistema da macelleria sociale, ma distinguendo tra gli inquilini che meritano tutela e che quelli che sono magari morosi da molto tempo prima della pandemia. Parallelamente bisognerebbe agire a livello fiscale abbandonando il luogo comune per cui seconda casa significa lusso.

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